La nostra proposta per l’area ex-Zoppas
L’area ex Zoppas, non è più nemmeno definibile buco nero di Conegliano, è ormai un’area dimenticata dopo 30 anni di inerzia e pianificazione velleitaria e inconcludente. L’area è già stata sfruttata a sufficienza ed ammortizzata dal processo industriale; ha subito diversi piani, prima aziendali con i passaggi da Zoppas a Zanussi e da Zanussi ad Electrolux, poi grandi progetti di speculazione urbana falliti miseramente; ed ora? Ora è un’area consumata, inquinata, sfruttata da più fronti, lasciata al degrado ed alla sporcizia. Ma come successo in molti altri luoghi nel mondo la natura pian piano se ne riappropria, si rigenera in autonomia. Ora c’è la reale possibilità che quest’area sfruttata (anche dalla propaganda) entri di diritto a far parte della città, torni ad essere un luogo dove la natura, l’ambiente e l’uomo si incontrano nuovamente in sintonia, 10 ettari di città da riconquistare.
È assolutamente primario un processo della durata necessaria, dove cittadini, categorie professionali, associazioni imprenditoriali, associazioni culturali, enti pubblici e privati a più livelli vengano posti in gioco per una trasformazione partecipata, che generi una base forte di analisi e studio utile allo sviluppo sostenibile di un’area tanto centrale quanto indispensabile per la rigenerazione dell’intera città. L’amministrazione comunale non è chiamata solo a fare delle scelte; è fondamentale che faciliti un processo di coinvolgimento, concertazione e collaborazione, la più ampia possibile, per far in modo che gli attori economici pubblici e privati del territorio, già eccellenze internazionali, ricoprano l’interesse per le potenzialità presenti in una trasformazione sostenibile di questa nostra area.
Questo processo parte già con un vantaggio: sappiamo a priori che molte cose pensate in precedenza sono state scartate dal mercato; progetti e sviluppi falliti partendo dalla scellerata proposta del nuovo municipio fino alla folle quantità di cubatura prevista dai piani delle precedenti amministrazioni.
La visione che abbiamo e vogliamo per quest’area è chiara e ben delineata; servirà per stabilire i paletti all’interno dei quali sviluppare i pensieri partecipativi.
Ritrovare la dinamicità delle destinazioni d’uso che risveglino cultura, formazione, lavoro, ricerca e natura. Un sistema che metta in connessione le molte eccellenze e contribuisca a superare le carenze dell’intera città. Conegliano ancora oggi è riconosciuta per essere all’interno di un’area a forte vocazione produttiva, industriale. Non possiamo perdere i caratteri di eccellenza che la caratterizzano. Se è vero che parte importante dell’industria è uscita dalla città, avendo trovato altra ubicazione più consona, è altrettanto vero che la città deve generare al suo interno quei fattori di formazione, relazione culturale, tecnica, di scambio scientifico e commerciale che possono essere strutturali per lo sviluppo della città stessa, dell’industria e di coloro che hanno partecipato al processo. Conegliano deve tornare ad essere al centro della cultura e polo attrattivo di ricerca e di studio dalla quale attingano i tanti settori industriali di eccellenza. Qui sono nate le prime vere grosse industrie trevigiane la Dal Vera prima, la Zoppas poi, è sede della più antica scuola enologica italiana, la prima strada del vino in Italia e avanti discorrendo. E’ nostro dovere riposizionare gli assetti principali che facevano di Conegliano la perla del Veneto.
Un polo della ricerca sperimentale in agricoltura di importanza Nazionale ed Europea (il CREA può trovare nuova centralità) a spinta innovativa sostenibile per una vera transizione ecologica e tecnologica.
Un parco che faccia parte di un sistema di rigenerazione che metta insieme produzioni agricole e tecnologie di trasformazione proseguendo il cammino di ricerca e innovazione che ha prodotto nel tempo un’offerta tecnologica riconosciuta nel mondo promuovendo lavorazioni dell’acciaio, del legno, del tessile con i sistemi di programmazione e automazione di grande competenza nel mercato Mondiale.
Sfruttare la possibilità di recupero delle strutture esistenti rigenerandole dall’interno con nuove forme di architettura. Archeologia industriale che possa riqualificarsi con un polo di ricerca pubblico-privato per sfornare cultura, richiamare la nostra storia, perché no, con un museo industriale, dare spazio per sale musicali, laboratori artistici e teatrali con grandi spazi esterni per le relazioni sociali, a parco ricreativo.
Un parcheggio semi ipogeo a ridosso della stazione, multipiano, fino al rilevato ferroviario ben inserito paesaggisticamente, a servizio dell’area e soprattutto del centro città. Una nuova viabilità che alleggerisca i flussi da e per la stazione dei treni e degli autobus.
L’area più ad ovest, in prossimità di via Manin, potrebbe essere dedicata ad un nuovo contenuto sviluppo residenziale di tipo innovativo, inclusivo sociale, altamente tecnologico, rispettoso dell’ambiente e a consumo energia zero. Residenze adatte a anziani e giovani per una nuova riconciliazione generazionale, ricche di servizi per riportare la vita quotidiana a Conegliano. Gestite sul tipo delle social housing.
Questi sono alcuni spunti per una partenza all’insegna della riqualificazione dell’area e delle altre aree dimenticate della città, ma siamo convinti che il processo partecipativo potrà generare positivamente una visione migliore, sostenibile, condivisa e meno speculativa allargandone la possibilità di realizzazione.
Un futuro possibile!